Covid: come gestire i contratti di locazione dei negozi chiusi
In questo grave momento di crisi per tutti, per molti negozianti che hanno le saracinesche abbassate c’è un costo fastidioso che incide quasi inutilmente: l’affitto.
Ci sono poco più di 809mila, su un totale di 1,5 milioni di unità immobiliari accatastate in categoria C/1 (quella dei negozi, per l’appunto). E alcuni di questi sono chiusi da un pezzo. Come fare per venirsi incontro in questo momento difficile? Ci sono tre modi diversi:
DILAZIONE IN VIA AMICHEVOLE
Il proprietario accorda un versamento ritardato o dilazionato. Poi dovranno essere versate le imposte sulle somme “maturate” (cioè quelle che risultano da contratto) anziché su quelle effettivamente incassate. Per tutelare entrambi bisogna mettere l’accordo per iscritto.
RIDUZIONE FORMALE DEL CANONE
La riduzione può essere temporanea e permette al locatore di evitare il versamento delle imposte sui canoni non percepiti. Lo permette il decreto sblocca Italia del 2014 (il Dl 133).
CHIUSURA DEL CONTRATTO
In questo caso si arriva alla risoluzione per mutuo consenso. In questo caso non è dovuta l’indennità di avviamento commerciale da parte del locatore al conduttore.